Oggi al Sacrario di Falgarè della Battaglia, nel comune di San Biagio di Callalta, con grande emozione ed orgoglio, in una veste del tutto nuova per me, ho preso parte ad un evento che rievoca una delle pagine più dolorose e nel contempo più gloriose della storia Nazionale.

Non c’è italiano della mia e delle generazioni successive che non abbia sentito in casa i racconti della Grande Guerra, che non abbia ammirato con lo sguardo e con la curiosità il Monumento ai Caduti che spesso ci accoglie nella maggior parte dei Comuni d’Italia, che non abbia letto negli occhi dei più anziani la fierezza di chi aveva combattuto per la Difesa della propria Nazione, di chi in trincea aveva perduto il figlio, l’amico, il fratello, il compagno d’armi.

Su queste montagne si è fatta l’Italia e di questo ne saremo profondamente grati, una gratitudine la nostra che deve viaggiare nei secoli, che deve perdurare nella storia, nella coscienza nazionale di legame indissolubile con quel popolo che cento anni fa soffriva il sacrificio di giovani vite con orgoglio e senza rimpianto.